DDR sta per Deutsche Demokratische Republik (Repubblica democratica di Germania), quel paese con capitale Berlino Est, nato nel 1949 dalle ceneri della seconda mondiale e liquidato in seguito alla apertura del muro di Berlino (1989). Le pubblicazioni di storia della DDR, a distanza di oltre venti anni, riempiono gli scaffali delle biblioteche tedesche, anche se dalle librerie sembrano essere a poco a poco svanite. Abbiamo pensato a consigli di lettura scientifica sulla storia della DDR e vorremo indicare una serie di libri che hanno fatto scuola, vuoi per motivi metodologici vuoi per i temi elaborati o entrambe le cose. L’opera che segna indubbiamente una cesura nella DDR-Geschichte (in tedesco storia della DDR), e che mette in crisi la ricerca scientifica precedente si chiama Die Volkseigene Erfahrung (L. Niethammer/A. von Plato e D. Wierling, Die Volkseigene Erfahrung. Archäologie des Lebens in der Industrieprovinz der DDR. 30 Biographische Eröffnungen, Berlin 1991), una ricerca pionieristica, poi pubblicata in un volume scritto da un gruppo di storici e storiche guidato da Lutz Niethammer. Grazie ad un’autorizzazione firmata personalmente da Erich Honecker nel 1988, Lutz Niethammer, A. von Plato e D. Wierling poterono realizzare trenta interviste con cittadini della DDR nella regione dell’Oberlausitz, in Sassonia. Le persone intervistate, uomini e donne di diverse generazioni, con diversi background familiari e professionali, raccontano la propria vita – partendo dalle domande poste dall’intervistatore - fornendo al lettore uno spaccato di esperienze molto ampio sia cronologicamente sia tematicamente. La proposta innovativa di Die Volkseigene Erfahrung consiste nell’indicare la generazione e la differenza generazionale come chiave interpretativa per la spiegazione della storia sociale della DDR. Un importante dibattito che vede da vicino impegnati sia storici sia sociologi si accende nel 1992 con la pubblicazione Legitimation und Parteiherrschaft: zum Paradox von Stabilität und Revolution in der DDR. 1945-1989 (di S. Meuschel, Frankfurt a. M., 1992. Legittimazione e dominio del partito: sul paradosso della stabilità e rivoluzione nella DDR). La posizione di Meuschel è tanto chiara quanto netta: la DDR era (stata) una società senza differenziazioni al suo interno. Il tentativo di livellamento e di omogeneizzazione degli individui e/o dei gruppi sociali era stata realizzata o tendeva alla realizzazione. Una risposta alla proposta metodologica di S. Meuschel viene fornita nel 1993 dal noto storico Jürgen Kocka che cura con Martin Sabrow un primo volume contenente i risultati delle ricerche del gruppo di studiosi da lui diretto a Potsdam. Il libro Die historische DDR-Forschung. Aufsätze und Studien (La ricerca storica sulla DDR. Saggi e studi) rappresenta un primo tentativo, ben riuscito, di una storia sociale multidisciplinare della DDR. Un anno più tardi gli stessi Kocka e Sabrow pubblicano un secondo importante volume Die DDR als Geschichte. Fragen – Hypothesen – Perspektiven (La DDR come storia. Questioni – ipotesi – prospettive), all’interno della stessa collana editoriale, che segnerà profondamente la ricerca della storia della DDR per tutto il decennio. Vediamo il perché. Le due pubblicazioni sono il frutto di un intenso periodo di seminari, simposi e studi, cui partecipano storici dell’Est e dell’Ovest (sebbene gli studiosi occidentali siano predominanti). L’importanza dei due volumi sta non solo nel presentare il nuovo centro alla comunità scientifica nazionale ed internazionale, ma anche nel formulare ipotesi di ricerche e domande utili agli stessi studiosi che cominciavano a percepire la DDR come un oggetto di studi importante e insieme a trovare prospettive di ricerca condivise. Sebbene i contributi contenuti nei due libri risentano di un’eccessiva sinteticità, essi mostrano l’ampiezza dei temi e le metodologie utilizzate dal gruppo di Potsdam. Schematicamente potremmo dire che le ricerche si basano sui seguenti punti:
1) La reciprocità fra i due paesi: la DDR serviva da fattore di stabilizzazione per la BRD, mentre la BRD come fattore di destabilizzazione per la DDR
2) L’utilizzo della prospettiva comparata: vergleichen ohne gleichzusetzen (confrontare senza equiparare), in cui i termini del confronto sono la Repubblica federale tedesca , la dittatura nazionalsocialista o altri paesi del blocco socialista
3) Una riconsiderazione della storia dei lavoratori
4) L’utilizzo della teoria della modernizzazione che scaturisce dal legame che queste ricerche hanno con la Bürgertumsforschung (ricerca sulle borghesie) tedesco occidentale.
1) La reciprocità fra i due paesi: la DDR serviva da fattore di stabilizzazione per la BRD, mentre la BRD come fattore di destabilizzazione per la DDR
2) L’utilizzo della prospettiva comparata: vergleichen ohne gleichzusetzen (confrontare senza equiparare), in cui i termini del confronto sono la Repubblica federale tedesca , la dittatura nazionalsocialista o altri paesi del blocco socialista
3) Una riconsiderazione della storia dei lavoratori
4) L’utilizzo della teoria della modernizzazione che scaturisce dal legame che queste ricerche hanno con la Bürgertumsforschung (ricerca sulle borghesie) tedesco occidentale.
Nel 1994 sarà di nuovo Jürgen Kocka insieme con altri importanti storici sociali a pubblicare Sozialgeschichte der DDR (Storia sociale della DDR). Si tratta di un’opera di grande approfondimento sui temi più diversi che segneranno percorsi importanti per ricercatori più giovani: la funzione del lavoro e la figura del lavoratore, il ruolo dei consumi, le elite e le professioni, fino alla storia del diritto e il ruolo della donna sono temi trattati in modo sicuramente non definitivo ma approfondito. (Attenzione: non ci risultano traduzioni italiane delle pubblicazionei qui citate, è nostra premura tuttavia descrivere in altri post altre pubblicazioni utili sulla storia della Germania democratica reperibili anche in lingua italiana, inglese o francese)