Il muro di Berlino è una delle attrazioni più visitate della città. Ogni anno sono milioni i turisti che vengono a Berlino e una visita ai resti del muro di Berlino rappresenta un obbligo per una buona parte di essi. La storia del muro di Berlino e le sue conseguenze mortali per almeno un centinaio di persone sono ormai oggetto di saggi storici e libri molto raffinati e documentati. Meno si conosce invece della vicenda della vendita del muro di Berlino, avvenuta immediatamente dopo la sua caduta (‘apertura’ è però il termine più appropriato), tra il 1989 ed il 1990. 155 km di muro, fatto di ferro e cemento, rappresentavano una gallina dalle uova d’oro per alcuni e un obbrobrio da eliminare per altri. Cosa fare? L’allora governo dell’ancora esistente DDR decise a fine Dicembre 1989 di vendere la costruzione, sotto controllo dello Stato. Con le elezioni del marzo 1990 la vicenda riceve una spinta verso la soluzione di liberarsi del muro nel più breve tempo possibile. L’allora neo capo del governo della DDR, cioè l’attuale ministro degli interni tedesco Lothar de Maiziére, rilasciò un ordine di smantellamento del muro attraverso i militari del genio civile. Questi ultimi però non avevano né i mezzi né il personale sufficiente da impiegare per l’impresa ed ecco che si fa avanti un privato cittadino: K.H. Goldschmidt. Quest’ingegnere civile ricevette l’appalto, a capo di un consorzio di tre imprese di riciclaggio di materiali edilizio, ed iniziò i lavori a fine marzo 1991. La macchina impiegata da Karl-Heinz era una specie di trita cemento che riusciva a produrre circa 40 camion di ghiaia al giorno dai blocchi ferro-cemento che costituivano il muro. Con 20 uomini al lavoro ogni giorno l’ingegnere di Dresda diventò ben presto una personalità. Turisti dal Giappone e team cinematografici facevano stazione nel cantiere per vedere come la diabolica macchina che macinava il muro. Anche pezzi di muro intatti venivano selezionati nella Brehmstrasse, sede del cantiere, e venduti o regalati un po’ in tutti i continenti. Nel 1993 l’operazione fu completate e le migliaia di tonnellate di materiale era stato completamente riciclato ed utilizzato per manti stradali, basi per parcheggi ecc; il ferro invece veniva subito trasportato alle fonderie e riutilizzato. Il muro di Berlino non c’è più da 20 anni ma i suo resti sì, tutti noi ci camminiamo sopra già da un bel pezzo senza saperlo.