domenica 10 ottobre 2010

Berlino e la storia della musica pop: David Bowie

Negli anni '70 del secolo passato, quando ai berlinesi dell'Est e a quelli dell'Ovest il muro sembrava un realtà che sarebbe durata almeno altri cento anni, un gruppetto di artisti angloamericani (Lou Reed, David Bowie, Brian Eno, Iggy Pop e più tardi gli U2) scoprirono la città di Berlino come una metropoli rigenerante, ispirante, una città dove ritrovare sé stessi, calma e attraente, provinciale e decadente allo stesso tempo. Di quel gruppetto di artisti faceva parte il britannico David Bowie il quale tra 1976 e 1978 addirittura si trasferì a Berlino Ovest, a Schöneberg, concedendosi una lunga pausa di riposo dal show-business, dalle continue e stressanti tourné (dalle droghe, non lo crede nessuno). Dal soggiorno berlinese del duca bianco, anche così conosciuto il Bowie, venne fuori una trilogia di album piuttosto famosi - la cosiddetta trilogia berlinese. Il più celebre di questi tre dischi fu il secondo in ordine cronologico (il primo si chiama Low, il terzo Lodger del 1979): si tratta di una pietra miliare della lunga carriera di Bowie e se si vuole della musica pop degli anni Settanta: Heroes. Sono passati 33 anni dalla pubblicazione di questo album ed uno dei pezzi più belli viene suonato almeno una volta al giorno da qualche radio berlinese; ma tutto l'album sarebbe impensabile senza Berlino e le impressioni che lasciarono nella mente del creativo musicista di Brixton. Heroes, un'opera ambivalente, schizofrenica, estremamente moderna; un album che guarda al futuro, ma che non riesce a staccarsi dal passato. Niente male come riferimento a Berlino. Il singolo tratto dall'album porta lo stesso nome del disco, Heroes, ed è una canzone scritta insieme con Brian Eno. Racconta la storia di due amanti all'ombra del muro.... Un grande successo. Buon ascolto!