sabato 12 maggio 2012

La figuraccia del nuovo aeroporto di Berlino


Il nuovo aeroporto di Berlino, denominato Willy Brandt, doveva essere inaugurato ed aperto al pubblico il 3 giugno 2012. Purtroppo da circa una settimana sappiamo che non è così. Le autorità cittadine hanno infatti annunciato che a causa di ritardi nella messa a punto dei sistemi antincendio l’apertura sarà posticipata a data da definire. Erano passate poche ore dalla notizia che in rete si sono scatenati i commenti più acidi, ma anche i più divertenti. La vignetta più bella è stata quella del quotidiano ‚Tageszeitung‘ (di cui pubblichiamo la foto) di Berlino che ha scritto Berlin krigt keinen hoch, giocando con il doppio significato della frase, che significa sia "a Berlino non si alzerà alcun aereo" ma anche "A Berlino non gli si alza". La notizia del ritardo è stata data dal borgomastro di Berlin, Klaus Wowereit, che è anche il presidente della società di gestione (che avrebbe dovuto controllare) del nuovo aeroporto. Dopo la notizia e i dettagli che via via vengono alla luce, la città è sprofondata nello scetticismo, tipico berlinese, secondo cui ogni grande opera cela problemi di incompetenze soprattutto da parte dei politici. Il governatore della città-regione ha dichiarato di essere stato egli stesso sorpreso nell’apprendere che entro il 3 di giugno il nuovo aeroporto Willy Brandt. Non si capisce come sia possibile una cosa del genere, visto che proprio quello era il suo compito: vigilare sulla riuscita dell’impresa da lui fortissimamente voluta. Dulle due l’una: o non se ne è occupato abbastanza e allora dovrebbe dimettersi da presidente della società aeroportuale, oppure se ne è occupato e sapeva che l’aerostazione non sarebbe stata pronta entro il 3 giugno e allora è un bugiardo e non si capisce perché non lo abbia detto prima. Al di là del fatto in sé, la figuraccia ormai è stata fatta e a poco servono le scuse nel parlamento regionale date dal festaiolo borgomastro due giorni dopo la notizia. Per i passeggeri che hanno comprato già biglietti per Berlino la questione del ritardo non dovrebbe dare troppi problemi. Compagnie come Easyjet, che servono Berlino dalle maggiori città italiane (Roma, Milano, Napoli, Venezia, Pisa), stanno inviando comunicazioni via e-mail per informare i clienti sugli sviluppi. I voli previsti per il nuovo aeroporto atterreranno e partiranno dal vecchio aeroporto di Berlino Schönefeld, che dista

un solo chilometro dal nuovo Berlin-Brandeburg/Willy Brandt Airport. Resta tuttavia un danno d’immagine ed un danno economico per la città di Berlino e per le numerose imprese che si trovano a dover fare i conti con una situazione caotica e logisticamente incerta, visto che una nuova data certa non è ancora stata fornita. È evidente che sono in alto mare e temono probabilmente di doverne fornire una data molto oltre agosto, periodo paventato da alcune fonti subito dopo la notizia del ritardo. Cercheremo di informare sugli sviluppi della vicenda.
Aggiornamento del 17.05.2012: finalmente è stata annunciata una data certa, dell'apertura del nuovo aeroporto. Il 17 marzo 2013 sarà aperto il nuovo Berlin Brandenburg International (BBI). Lo ha dichiarato Klaus Wowereit in una conferenza a Schönefeld. Intanto è stato dismesso il direttore dell'aeroporto Manfred Körtgen, probabilmente come primo responsabile per la brutta figura fatta per il ritardo con cui si è accorto di non essere in grado di inaugurare la struttuta. Körtgen è la prima testa a cadere.
Aggiornamento del 22.05.2012: oltre il danno la beffa per Berlino. I Grünen (il partito verde, all'opposizione in regione) stima in 500 milioni di euro i danni che le imprese chiederanno alla società di gestione del nuovo aeroporto. Il quale, come si sa, è di proprietà della regione di Berlino, della regione del Bandeburgo e del ministero dei trasporti. A pagare saranno di nuovo i cittadini della capitale già alle prese con un debito pubblico astronomico. Inoltre si scopre a mano a mano che la somma iniziale di 2,4 miliardi di euro, prevista come importo totale per costruire il BBI, non basta ed è già stata quasi spesa del tutto. La somma reale sfiorata finora è di poco meno di 3 miliardi di euro. Anche qui come in Italia ha avuto luogo una 'non prevista' esplosione dei costi.