giovedì 20 settembre 2012

Berlino 'underground': 'Urban Garden' a Kreuzberg

Berlino underground alternativa

Il processo di 'normalizzazione' di Berlino è iniziato direttamente con la sua riunificazione nel 1990: grandi gruppi acquistano un patrimonio immobiliare eccezionale, nel centro e nei quartieri periferici, ristrutturano gli edifici e li rivendono ai nuovi impiegati dei ministeri che man mano dalla noiosa Bonn vengono trasferiti alla nuova capitale tedesca: Berlino. Oggi a distanza di 20 anni affari immobiliari sembrano ormai impossibili per chi è dotato di scarsi mezzi e solo i polli stranieri credono ancora all'acquisto sottocosto di un appartamento a Berlino. Ciò non toglie che i prezzi siano aumentati eccessivamente, la disoccupazione è altissima, la città soffre. A Kreuzberg questi sviluppi sembrano avere avuto un corso differente e la 'normalizzazione' (altri la chiamano Gentrification) del quartiere è avvenuta, se lo è, in modo diverso. Ancora oggi le forme di aggregazione, di intrattenimento, divertimento e socializzazione a Kreuzberg divergono da quelle di Mitte, Prenzlauer Berg o Friedrichshain. Il progetto urbano e sociale che qui vogliamo presentare ne è un esempio. Ispirato dalla 'agricultura urbana' di Cuba il trentaduenne Robert Shaw è riuscito a portare al centro di Berlino, nel quartiere di Kreuzberg, nella Moritzplatz una novità assoluta nel panoramo metropolitano berlinese. Si tratta di un ampio precedentemente dismesso e vuoto in cui vengono coltivate verdure che crescono a queste latitudini: carote, insalate, bietole, cavolfiori ecc...Aiutato (logisticamente) dalla facoltà di agraria dell'Università di Eberswalde e tanti altri sostenitori di Kreuzberg (ma anche altri quartieri) di altri quartieri berlinesi il progetto sta riscuotendo un grande successo tra le scuole, bambini e soprattutto ragazzi del multietnico Kreuzberg. Prinzessinengarten, questo il nome del progetto-luogo, offre a tutti la possibilità di legarsi ad un luogo contribuendo con un lavoro comunitario. Oltre la possibilità di fare agricoltura ed imparare qualcosa di pratico è un modo per socializzare e vivere il quartiere da un altro punto di vista. Nel frattempo, solo nei mesi da maggio a ottobre, è possibile degustare dal vivo i prodotti della terra di Kreuzberg direttamente in loco: infatti è stata aperta una piccola cucina per i sostenitori e tutti coloro che hanno voglia di mangiare qualcosa di veramente fresco e locale. Tutti possono partecipare, basta adottare un contenitore in cui cresceranno le verdure che si desiderano.

Aggiornamento al 20 settembre 2012: Rischio chiusura o trasloco



il contratto di affitto dei circa 6000 metri quadrati che Prinzessinnengarten ha con la società di gestione dei terreni della regione di Berlino scadrà nel 2013. E finora non è stato rinnovato. Prinzessinengarten, cresciuto ormai tantissimo in termini di visitatori e per risonanza ricevuta, non può morire così né un trasloco è augurabile. Per questo gli iniziatori e numerosissimi affezzionati -  oltre i 1500 volontari che ogni anni partecipano alle azioni di pulizia, controllo e cura della piante - hanno cominciato a raccoglieri firme per esercitare pressione sulla regione di Berlino affinché il contratto di locazione sia prolungato. Ad oggi sono state raccolte già circa 17.000 firme. Questo prossimo sabato 22 settembre 2012 in loco si terrà una discussione pubblica cui parteciparanno fra gli altri anche esponenti del municipio di Kreuzberg-Friedrichshain. Non saranno presenti ovviamente i responsabili della società che amministra e vende i suoli pubblici di Berlino, ma la speranza è che questa ultima cominci ad ascoltare le voci di chi è stato autore di un vero miracolo urbanistico in una zona i cui fino a tre anni nessuno ci andava. È ovvio che se la politica volesse, cioè se il relativo assessorato regionale tenesse davvero conto dell'utilità sociale, culturale, urbana ed infine occupazionale del progetto Prinzessinnengarten ed esercitasse la dovuta pressione sul società di gestione dei terreni pubblici, farebbe in fondo semplicemente il suo sacrosanto dovere. Ma la partita è tutta da giocare e nel frattempo invitiamo chi può a firmare l'appello via internet, cliccando qui.


Gli ostacoli alla continuazione del progetto (Aggiorn. del 30.10.2012

Il 21 settembre 2012 ‘Nomadisch Grün’, la società che gestisce Prinzessinnengärten è riuscita a portare ad una pubblica discussione il sindaco del municipio di Friedrichshain-Kreuzberg, municipio su cui si trova l’area in questione. La proprietà del suolo è della regione di Berlino ed è amministrata da un ente pubblico, la Liegeschaftsfonds Berlin, il cui compito è amministrare, cioè massimizzando i profitti e vendendo al miglior offerente, i suoli e il patrimonio immobiliare della città. Inutile dire che, sebbene invitati alla discussione del 21 settembre, i rappresentati della Liegenschaftsfonds Berlin, si siano guardati bene dal presentarsi. Il progetto Prinzessinnengärten gode però del sostegno del sindaco di Friedrichshain-Kreuzberg, Franz Schultz (Verdi), che lo ha pubblicamente dichiarato alla discussione. Il fatto è che il municipio ha poteri molto ristretti e il Liegenschaftsfonds Berlin invece ha tanti, fortissimi poteri. Tuttavia pare che Franz Schultz sia davvero deciso a usarli tutti quei pochi spazi che la legge gli riserva. In particolare sembrerebbe che secondo il piano urbanistico locale l’area di Prinzessinnengärten non è adibita alla costruzione di appartamenti, e che anzi, qualora fosse venduta, su di essa si potranno edificare solo strutture che abbiamo un uso esclusivamente produttivo e con una ‘densità bassa’, cioè a volumi ridotti. Questo fatto renderebbe nei fatti l'acquisto poco appetitoso. Già un cambiamento delle attuali disposizioni dovrebbero avere l’avvallo del municipio, che, per bocca del suo massimo rappresentante, ha promesso di non avere alcun intenzione di cambiare la destinazione d’uso. Il destino di Prinzessinnengärten non è ancora segnato ma l’incertezza non gioca a suo favore, le 22 mila firme raccolte a sostegno dell’iniziativa hanno mosso un po’ le acque, ma ora si tratta di coinvolgere i consiglieri regionali del Senato di Berlino per esercitare pressione sulla Liegenschaftsfonds Berlin affinche quest’ultimo ente non venda l’area.