Concilia due tipi di appassionati la nuova mostra di fotografia inaugurata il 4 ottobre 2012 presso la Berlinische Galerie a Berlino (Kreuzberg). Geschlossesene Gesellschaft, così il titolo della retrospettiva, prosegue un discorso sulla fotografia che la nota galleria, ovvero museo regionale berlinese, ha iniziato con successo qualche anno fa. Il titolo significa qualcosa del tipo ‘festa privata’ o ‘evento non aperto al pubblico’ e focalizza l’attenzione sulla fotografia artistica prodotta nella DDR (1945-1989). Esplicitamente dunque i curatori dell’iniziativa hanno selezionato le opere di fotografi professionisti, attivi nel paese comunista, che si occupavano di foto artistiche: esclusi perciò sono una serie di generi delle fotografica come il fotogiornalismo o foto di guerra o di documentazione. Ad ogni modo anche gli appassionati di storia tedesca ed in particolare quelli di storia della DDR non saranno affatto delusi: numerose sono le occasioni che permettono all’osservatore di gettare uno sguardo in profondità nelle cose e nella vita del paese della Stasi. Le 250 immagini selezionate da un corpus di foto probabilmente enorme sono gli scatti di fotografi del calibro di Sybille Bergmann, Arno Fische o G. S. Eldowy. È la più importante mostre mai dedicata alla fotografia della DDR e per questo gli organizzatori hanno giustamente un percorso cronologico articolandolo in un prologo, una prima parte che raccoglie gli anni ‘50 e ’60, una seconda parte dedicata agli autori degli anni 70’ ed una terza sezione dedicata ai giovani fotografi della RDT. Nel prologo il visitatore si troverà di fronte ad una serie di Richard Peter e Karl Heinz Mai che descrivono un’atmosfera sfumata degli anni immediatamente successivi al secondo conflitto. Segue poi la prima sezione da cui si evince che che i fotografi s’immergono nella realtà e s’impegnano nella descrizione del mondo con un posizione positivista (socialista) e di fiducia. Non a caso stiamo parlando del periodo della ricostruzione e della costruzione di una nuova società tedesca e soprattutto socialista. La seconda sezione è forse la più bella. Qui i fotografi attivi in un periodo in cui la DDR si avviava rapidamente a diventare un società del socialismo maturo ritornano a sperimentare i mezzi ed i linguaggi della fotografia, riallacciandosi alle sensibilità degli anni ’20, Bauhaus e Neus Sachlichkeit. I fotografi degli anni ’80 sono quelli più distanti dalle grandi narrazioni dei ‘padri’. La ‘migrazione verso il proprio interno’, ovvero le prese di distanza dagli obiettivi dichiarati del socialismo diventano estremamente evidenti: ecco che compaiono ritratti di famiglia, come quello di Christian Borchert, che ritrae la Familie W. nel proprio appartamento (1983) o le foto della subcultura della DDR, e non solo di Berlino. A tal proposito ricordiamo Sven Marquardt attuale buttafuori o meglio selezionatore del Berghain, il club più celebre club di Berlino. Le tre sezione hanno il merito non solo di orientare il visitatore ma anche quello di mettere in risalto i differenti stili e linguaggi di un mezzo espressivo estremamente importante anche nella DDR. Geschlossenen Gesellschaft puù essere visitata fino al 28 gennaio 2013 tutti i giorni, tranne il martedì, fino al dalle 10 alle 18. Ingresso: 5 €.