L’anno scorso, il due febbraio 2011, in alcuni cinema di Berlino fu proiettato il film Unlike U, un lungometraggio documentario che racconta la forte comunità dei graffitari berlinesi ed in particolare degli sprayer specializzati nel graffitare i treni. La proiezione dei film fu l’anno scorso un grande successo e ben presto fu reso disponibile su DVD e cominciò ad essere venduto. Il film è stato realizzato con un budget piuttosto ridotto, ma i due registi sono riusciti ad andare in profondità in un fenomeno diffuso, che coinvolge la comunità di graffitari berlinesi, ma ovviamente autorità di pubblica sicurezza, aziende – in primo luogo la BVG e la S-Bahn – la giustizia, la pubblica opinione e i milioni di viaggiatori della capitale tedesca. I due registi, Henrik Regel und Björn Birg, hanno lavorato sette anni per realizzare il film: hanno stretto contatti con i writers, hanno raccolto centinaia di ore di materiale video, materiale iconografico, hanno condotto decine di interviste con membri della comunità di graffittari, ma anche con commissari di polizia, personale di sicurezza eccetera. Il film rappresenta forse la documentazione più ricca mai realizzata su questo fenomeno, un fenomeno che ha saldamente messo piede a Berlino, nonostante qui via sia una legislazione piuttosto severa in materia. Il film non predica facili moralismi né cerca di idolatrare gli ‘spruzzatori’ graffitari della città, vuole solo capire perché lo fanno. Sì, questa è la domanda: perché? D’altronde è un’attività molto rischiosa, pericolosa e soprattutto non genera, almeno direttamente, guadagni pecuniari. Anzi i soldi per le ‘bombolette’ ce li mettono loro.
Una passione pericolosa in mezzo a tralicci e guardieLa polizia poi gli sta continuamente alle calcagna e quando riesce ad acciuffarne qualcuno ne dà un forte risalto a livello mediatico. Ma l’unità della Landeskriminalamt berlinese, creata appositamente per combattere il fenomeno dei graffiti eseguiti sui vagoni della S-Bahn e della U-Bahn berlinese, ha un bel po’ di difficoltà ed il film le mostre tutte queste difficoltà. Anche nell’intervista all’ispettore capo della squadra viene sottolineato come sia difficile contrastare il fenomeno. Ma cosa dicono i diretti interessati? Perché graffitano i treni? Le risposte sono molto diverse fra loro. C’è chi dice che lo fa per amore del colore, chi risponde dichiarando di amare il rischio ed il fatto di rompere con le leggi. Altri affermano di essere dipendenti dall’arte e dal disegno. Per tutti però c’è il riconoscimento della comunità, l’onore, il rispetto. Ciò che accomuna tutti costoro è – a parte l’adrenalina che hanno in corpo quando sono in azione - la stanchezza che si portano dopo pomeriggi e nottate pericolosissime tra tralicci dell’alta tensione, videocamere di sorveglianza, guardie e treni che sfrecciano. Giustamente i due autori del film lasciano scorrere all’inizio della pellicola una scritta in cui dichiarano di distanziarsi da qualsiasi atto criminale. Ciononostante la BVG, la società che gestisce i trasporti a Berlino, è riuscita nel giugno dell’anno scorso a vietare la vendita del DVD. La motivazione del giudice fu alquanto bizzarra: nel dispositivo della sentenza infatti si argomentava che le immagini o comunque il materiale audio e video mostrano treni e aree di proprietà della BVG senza pero che esse fossero state preventivamente autorizzate. Di qui il decreto di stop alle vendite. Ma pochi giorni fa i registi del film hanno vinto in ricorrendo in appello: il film può essere venduto perché non inneggia al compimento di reati ma li descrive soltanto. Vale perciò il principio della libertà di espressione artistica.