venerdì 25 gennaio 2013

Lavoro a Berlino: esperienze di giovani spagnoli

Negli ultimi mesi, con l’accentuarsi della crisi in Spagna ed il consequenziale aumento della presenza di spagnoli a Berlino, sono sempre più frequenti articoli di giornali che descrivono le condizioni di vita (difficili) e di lavoro (precario e mal pagato) dei nuovi arrivati spagnoli nella capitale tedesca. Anche noi, qualche settimana fa, avevamo indicato in un nostro postuno di questi articoli comparsi su un noto quotidiano berlinese. Oggi, 26 gennaio 2013, ne è comparso un ennesimo, su un altro noto giornale di Berlino, che ci ha colpiti per la particolare durezza delle condizioni descritte, ma anche per lo stile giornalistico ‘asciutto’. L’articolo può essere letto integralmente cliccando qui. Per chi non sa il tedesco riportiamo alcuni interessanti passaggi. Lo schema delle interviste, condotte con cinque cittadini spagnoli, trasferitisi da pochi mesi o pochi anni a Berlino, consiste in una griglia di cinque semplici domande: cosa fai a Berlino, perché sei venuto a Berlino, cosa ti piace di Berlino, quale è la differenza tra Berlino e il tuo paese di origine, cosa immagini di fare tra cinque anni. Il primo intervistato descrive per esempio le sue esperienze di lavoro di ventisettenne laureato, originario di Jaén, nella Berlino dl XXI secolo : il mio primo lavoro è stato presso una impresa di traslochi. Guadgnavo otto euro all’ora più mancia. Guanti scarpe di sicurezza e vestiti da lavoro dovevo procurarmeli da solo. Potevamo essere chiamati in qualsiasi momento. Per questo mi sono licenziato. Dopo ho trovato un lavoro in un ristorante a Steglitz. Il capo mi pormise un contratto di lavoro che non è mai venuto. Il ristorante mi deve ancora dei soldi. Prendevo 4,50 € all’ora. Adesso sto cercando un nuovo lavoro….[…] E poi continua, a proposito della prospettiva professionale: non ho idea. Non voglio drammatizzare ma aspetto ancora i soldi del ristorante. Il giubbino che porto me l’ha prestato il mio coinquilino Ángel. Nell’intervista successiva, Eva, di 25 anni, a proposito di ciò che non ama della Germania, afferma che si sente attualmente un certo razzismo nei confornti di sudeuropei, spagnoli, greci o italiani. Certo, il razzismo è presente ovunque, ma è molto spiacevole sentire continuamente “Spagnoli di merda” (nel testo Scheiß Spanier). Nella breve intervista successiva, con Isabel, da oltre due anni a Berlino, e dopo uno studio universitario a Magonza (in Germania), è riuscita a trovare un lavoro come redattrice. È l’unica del gruppo di cinque intervistati che vi è riuscita. Probabilmente il fatto di aver studiato a livello universitario in Germania, l’ha aiutata  a trovare un lavoro stabile e adatto alle sue competenze. Nella quarta intervista, con la trentenne architetta galiziana, Patricia, torna alla ribalta un vecchio tema che ormai conoscono tutti.: quello degli stage mal pagati. Ecco: ho lavorato già sei mesi come stagista in uno studio di architettura a 300 euro al mese. Sapevo che lo studio mi stava sfruttando ma non sono riuscita a trovare altre offerte […] conoscono altri colleghi spagnoli qui a Berlino che lavorano da mesi a gratis. A proposito dei progetti per il futuro, Patricia afferma: vorrei restare qui in Germania ed avere un proprio studio. Io e il mio ragazzo cerchiamo lavoro in altre città tedesche come Monaco di Baviera o Francoforte sul Meno. Andrés, l’ultimo intervistato, è sulla stessa lunghezza d’onda: la Germania è buia […] me ne vado a Graz in Austria  per fare il mio post dottorato.  Berlino è una bella ed interessante città da visitare, ma la situazione lavorativa è davvero misera.