In nessuna altra città d'Europa gli afters durano così a lungo come a Berlino. In ogni ora del giorno è quasi sempre possibile andare a ballare da qualche parte in uno dei numerosi locali e, notamente, la musica che si balla è la techno. Ma sarebbe sciocco pensare che i parties, gli after e gli after-after, soprattutto da parte dell'affezionato pubblico techno non pressuppongono un certo uso di droge. Inoltre la cosiddetta scena techno, non è anonima né senza guida. I DJ diventano essi stessi guide, in quanto musicisti degli idoli con un certo seguito. Questi insomma sono gli elementi base del film di Hannes Stöhr dal titolo Berlin Calling. Si tratta di una storia fittiva, ma piuttosto verosimile, di un DJ, Ikarus (Paul Kalkbrenner) che decide di lavorare nell'economia della vita notturna. Insieme con la sua compagna Mathilde (Rita Langyel) sono spesso in giro e fanno i pendolari tra Berlino e altre città europee. Ma il consumo eccessivo di droga da part di Ikarus mette a rischio la sua produzione artistica, così il capo dell'etichetta musicale di produzione per cui Ikarus lavora propone un periodo di pausa. Ikarus intanto continua ad assumere sostanze stupefacenti e viene perciò internato in una clinica per tossicodipendenti. Ma anche lì il giovane non sembra accorgersi della situazione in cui si trova.... Berlin Calling si concentra fondamentalmente sul protagonista ma le scene che raccontano la musica che si produce e si balla a Berlino sono altrettanto riuscite ed autentiche. Infatti sono state girate in club molto famosi in città come il 'Maria' o club 25 (entrambi i club ormai chiusi -aggiornamento al 16/02/2012). Al regista è riuscita l'impresa di descrivere la bizzarra vita di un dj, una persona che ha problemi di relazioni e di droga. Il film, nonostante figure piuttosto deboli come la compagna di Ikarus e la dottoressa che lo prende in cura, è sostenuto egregiamente dalla bella interpretazione di Kalkbrenner, davvero passionale, sostenuta dai suoni techno di cui egli stesso è un riconosciuto maestro.