martedì 10 maggio 2011

Berlino e la presenza italiana in città


Da ieri in tutta la Repubblica Federale di Germania è partito il censimento della popolazione. Diversamente dall’Italia, che censisce la propria popolazione ogni dieci anni, la Germania ne fa passare molti di più, forse perché lavorano bene gli uffici statistici regionali. Ad ogni modo l’occasione si presta bene per soffermarci sulla presenza italiana a Berlino. Spesso infatti i visitatori italiani di Berlino si lamentano giustamente per il fatto di non poter parlare con nessuno esercente o nei musei in italiano ed anche nei locali di cucina italiana si trova spesso personale montenegrino, albanese o tunisino. Secono i dati dell’ufficio statistico regionale (Amt für Statistik Berlin und Brandenburg) al 31 dicembre 2009 Berlino aveva 3 milioni e 442 mila abitanti (Roma ne ha 2 milioni e 758 mila). Di questi 15.197 erano italiani, lo 0,4% del totale. Gli italiani sono superati per quantità dai turchi (108 mila), polacchi (42.355) e dai serbi (20.421). Il numero di italiani a Berlino è di gran lunga inferiore al numero di italiani presenti nelle altre metropoli tedesche: Francoforte, regione di Colonia/Düsseldorf, Monaco e Stoccarda. I motivi per cui molti connazionali, pur presenti in Germania con ben 650 mila unità, preferiscono le città di Francoforte, regione di Colonia/Düsseldorf, Monaco e Stoccarda e non Berlino, sono stati trattati dalla letteratura scientifica (demografia, sociologia, storia, statistica): più ricchezza materiale, migliori prospettive di lavoro e di guadagno, vicinanza all’Italia fanno escludere Berlino dalla scelta del luogo di emigrazione. Anche la storia - il periodo della guerra fredda ha giocato un ruolo decisivo – ha fatto sì che Berlino fosse una città difficile da raggiungere. Le comunità italiane, quelle stabilitesi nei grandi centri industriali delle opulenti città sudoccidentali tedesce, avrebbero innescato un meccanismo a catene per cui i migranti più recenti hanno usato le reti costruite dalla prima generazione di migranti in Germania (primi anni ’50 per intenderci) per trovare lì lavoro e creare nuove famiglie. A Berlino quindi la comunità italiana sembrerebbe piuttosto piccola e poco concentrata. La tabella che riportiamo, estrapolata dall’ultima pubblicazione dell’ufficio statistico regionale, mostra infatti che gli italiani risiedono più nei vecchi quartieri di Berlino Ovest (Schöneberg, Mitte-Wedding, Steglitz Zehlendorf, Neukölln, Friedrichshain-Kreuzberg) con un difficile dato da scorporare relativo a Mitte (che contiene il popoloso Wedding, ex-Ovest) e Friedrichshain-Kreuzberg (ex Berlino Est il primo ed ex-Berlino Ovest il secondo). In mancanza di dati e di pubblicazioni recenti è difficile però dire quali sono le professioni e i lavori svolti dai nostri connazionali. Sicuramente la gastronomia è una voce importante in termini di occupazione. Soprattutto nei quartieri occidentali della città, dove la gente forse è più propensa ad uscire e spendere di più per la buona cucina l’ipotesi potrebbe essere più facilmente verificabile. Altra voce importante è il commercio, soprattutto vendita di prodotti italiani, importazione di merci dall’Italia. I tedeschi sono grandi estimatori della cucina e dei vini italiani e Berlino non fa eccezione. Per il resto ci sono sicuramente altri lavori svolti dai nostri connazionali a Berlino, ma purtroppo non vi è letteratura sul tema, eccetto il libro di Edith Pichler, Migration, Community-Formierung und ethnische Ökonomie: die italienischen Gewerbetreibenden in Berlin, piuttosto vecchio ma forse ancora utile.