lunedì 11 luglio 2011

Mostra fotografia di Crewdson a Berlino C|O

Nell’ampio cortile dell’ex edifico delle poste (Postfuhrmat Mitte) le sedie sdraio sono piene, lunghe file per comprare panini e birre, gente in piedi a fumare o sedute, DJ set e musica. Anche questa volta l’inaugurazione delle due mostre presso C|O Berlin - per il momento ancora sulla Oranienburgestrasse ha attirato gli appassionati di fotografia della capitale. Al piano terra veniva presentata un’ampia mostra di polaroid della tedesca Sybille Bergammn (fino al 4 Settembre), ma decisamente più interessante è la mostra al primo piano dell’edificio, dedicata all’americano Gregory Crewdson, mostra dal titolo In A Lonely Place. Le sale al primo piano sono come al solito affollate e piene di gente e atmosfera. In A Lonely Place comincia con foto, quasi amatoriali, di scene di cinema in cui si vedono depositi di proiettori di luci e fari, scene di preparazione di... Altre scene, gente che smanetta con materiale fotografico. Nel corridorio che porta alla prima sala un assembramento di curiosi visitatori legge l’introduzione alla mostra. Procediamo per la prima sala, lasciandoci alle spalle le spiegazione introduttive e ci imbattiamo subito in un foto di formato 1 m x 2m. Bellissima; ma anche terribile e disturbante. Ciò che colpisce è l’uso della luce artificiale: con grandi fari alzati da gru nascoste Crewdson produce una vera e propria scena da cinema di Hollywood, gotica, alla David Lynch. Il cielo è cupo, una nebbia (anch’essa artificiale scommettiamo) avvolge una metà dell’immagine. Una vettura è ferma ad un semaforo ed una donna è in procinto di attraversare la strada.
Ci toviamo in una periferia americana, di primo mattino. L’industrializzazione e lo sviluppo sembra aver lasciato i suoi segni nelle cose, tutto è un po’ abbandonato. Non vi è comunicazione alcuna tra nessuno. In un’altra foto una donna si trova sotto ad un ponte avvolto da una caotica vegetazione che sembra riprendersi tutto, dopo che in passato è stato lo sviluppo a coprire la natura. L’immagine però più agghiacciante, anche se stiamo parlando sempre di foto inscenate – nella piena tradizione americana i cui capiscuola sono Cindy Sherman e Jeff Wall – è quella che ritrae una coppia a tavola con l’arrosto della domenica in bella mostra. La cornice sembra calcare ulteriormente l’effetto scenico e teatrale. Ma ciò che colpisce è la tristezza, il vuoto e la solitudine in cui si trovano i due e la loro casa. Sulle stesso tono tutte le altre immagini, a volte a limite di una fotografia molto appesantita, dove è evidente ed affascinante però l’assoluto dominio della tecnica fotografica, luce e regia dell’americano Crewdson.