martedì 17 aprile 2012

Una mostra sull'architettura sovietica a Berlino

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Il Martin-Gropius-Bau si conferma a Berlino come una delle location più importanti per gli appassionati di fotografia ed arte in genere. L’edificio ospita dal 5 aprile e fino al 7 luglio una notevole mostra dedicata all’architettura avanguardistica dell’Unione Sovietica, un settore dell’arte di quel paese non più esistente, poco conosciuto in Occidente. La mostra è da attribuire all’iniziativa di diverse case: la Royal Academy of Arts London in collaborazione con Gropius-Bau e lo State Museum of Contemporary ArtCostakis Collection di Thessaloniki e la partecipazione dello State Museum of Architecture di Mosca. Il titolo della mostra è Baumesiter der Revolution. Sowjetische Kunst und Architektur. 1915-1935 (mastri dell’architettura. Arte sovietica e architettura dal 1915 al 1935). Da vedere sono soprattutto immagini, ma anche molti quadri, plastici e modelli, di artisti, ingegneri ed architetti dell’Unione Sovietica, attivi nel periodo in questione (1915-1935). Già prima della rivoluzione del 1917 in Unione Sovietica erano numerosi gli artisti e gli architetti che si confrontavano nel loro lavoro quotidiano con temi quali forme e materiale nello spazio, ma soprattutto dopo il 1917 furono tanti i gruppi e le commissioni che cercarono di unificare più generi artistici. Il culmine di questo lavoro venne raggiunto dallaCommissione per la sintesi di pittura, scultura ed architettura attiva nel biennio 1919-1920. Concretamente i frutti di questo lavoro si possono vedere nei primi schizzi e progetti di architetti e artisti quali Rodtschenko, Nikolai Ladowski e Wladimir Krinski, che ebbero una grande rilevanza per l’urbanistica. Nuova nelle proposte di questi avanguardisti era soprattutto il linguaggio delle forme, che tanto influenzerà la costruzione di numerosi edifici collettivi come dopolavori, sedi sindacali, impianti, sedi di partito. Tra gli edifici più interessanti costruiti secondo logiche e sensibilità di questi maestri vi è la torre radiofonica, denominata Schabolowka, di Wladimir Schuchow. L’eleganza, la semplicità e il dinamismo che trasmetteva questa costruzione fu immortalata da un celebre scatto di Rodtshcenko, anch'eglivappartenente a pieno titolo a questa avanguardia. Due tendenze, diremmo oggi ideologico-estetiche, si affermarono in quel periodo: quella razionalista, capeggiata dall’architetto Ladowski, e quella costruttivista, i cui esponenti si riunirono nel 1925 a formare la Società dell’Architettura moderna (OSA). Grazie a questi movimenti ed azioni di gruppi ben presto, a metà degli anni '20, l’idea di un modo di costruire moderno, funzionale ed efficiente si consolidò in URSS e influenzò marcatamente la costruzione e le decisioni urbanistiche fino alla metà degli anni ’30. Dal 1932 in poi venne a mancare quello slancio sperimentale e pioneristico iniziale, soprattutto a causa di un mutato clima politico. La fine di questa avanguardia potrebbe essere stata segnata dal decreto di J. Stalin del 1932, con cui fu vietato qualsiasi manifestazione di costruttivismo. Successivamente si impose in Unione Sovietica uno stile monumentale e manieristico che riuscì a sopravvivere per decenni e che contribuì ampiamente al che questo decennio di avanguardia architettonica, nella stessa Russia e paesi satelliti, fosse completamento dimenticato.